“Il dopo voto? Uno shock”
DANIELE ROLANDO, INGEGNERE DI CHIUSA SAN MICHELE CHE LAVORA A LONDRA
Daniele Ronaldo, classe 1990, di Chiusa di San Michele, laureato in ingegneria informatica al Politecnico di Torino. Da più di un anno vive a Londra dove lavora per un’importante società americana.
Com’era il clima a Londra prima del voto? “ Nessuno si aspettava che il “leave” potesse vincere. I sondaggi avevano preannunciato che il risultato sarebbe stato molto vicino al 50/50, però tutti credevano che gli indecisi alla fine avrebbero votato “remain”. Il giorno stesso del voto c’erano molti attivisti nel centro di Londra che davano volantini invitando la gente a votare per restare in Europa, mentre quasi nessuno propagandava per la Brexit”.
E dopo il voto?
“ Direi shock. Nessuno si aspettava quel risultato e siccome molte delle aziende esportano in Europa, molta gente è ora preoccupata per cosa succederà una volta lasciata l’UE. Il fatto poi che il primo ministro abbia dato le dimissioni ha contribuito a creare ancora più caos”.
Cosa cambierà per chi, come te, dall’estero è venuto a lavorare lì? “ Per un paio d’anni probabilmente nulla. Al momento sembra che anche una volta fuori dall’UE, i cittadini europei già presenti in Inghilterra otterranno un permesso di soggiorno e di lavoro. È molto probabile che dovranno comunque richiedere un visto lavorativo e che il passaporto italiano non sarà più sufficiente”.
Cosa ne pensi del risultato del voto? “ L’Inghilterra non è parte dell’euro e l’economia è in buono stato. Il motivo principale che ha spinto la gente ad uscire è stato l’immigrazione: molta gente, soprattutto nelle campagne, vede la libera immigrazione come pericolosa perché “toglie posti di lavoro ai locali”. In realtà molti immigrati lavorano in bar e ristoranti, dove quasi nessun inglese lavorerebbe per paghe così basse. Perciò, credo che in un paio d’anni l’Inghilterra riuscirà a firmare trattati commerciali simili a quelli che esistono ora, ma per avere accesso al mercato unico dovrà anche accettare il libero movimento di persone e pagare il contributo annuale all’UE, come fa già ora. Quindi l’unico risultato ottenuto sarà creare un inutile momento di crisi, per poi ritrovarsi nelle stesse condizioni tra 2 o 3 anni, con l’unica differenza che essendo fuori dall’Europa non si avrà più diritto di voto.
FRANCESCO BORELLO
Daniele Rolando